Il 12 marzo scorso a New Delhi il primo ministro indiano Manmohan Singh ha ricevuto la visita dell’omologo russo Vladimir Putin. Questa visita era stata preceduta da quella del vice primo ministro russo Sergej Sobjanin, che si era recato in India il 15 e 16 febbraio precedenti (1).
Durante la visita di Putin in India sono stati firmati contratti miliardari (2) nel campo del nucleare civile e militare, degli armamenti e delle comunicazioni.
In questo incontro si è discusso inoltre di problemi regionali, tra cui la questione dell’Afghanistan e quella del Pakistan, nel contesto del terrorismo; sia la Russia sia l’India hanno convenuto di intensificare le loro consultazioni sull’Afghanistan per quanto riguarda le sfide poste dal terrorismo e dall’estremismo nella regione.
Questo incontro è stato definito da entrambi i Paesi molto soddisfacente, in virtù anche del fatto che il Primo Ministro russo è molto ammirato come statista in India e ciò ha favorito la firma di questi nuovi contratti.
Un campo particolarmente promettente per le relazioni tra questi due Paesi è sicuramente quello del nucleare, in considerazione del fatto che l’India dipende ancora dal carbone per il 50 per cento circa del suo fabbisogno energetico. Secondo i nuovi accordi che sono stati siglati, verranno costruiti dodici nuovi reattori per centrali nucleari a cui si aggiungeranno sei nuovi reattori che verranno costruiti in futuro, si ipotizza tra il 2012 e il 2017.
Secondo funzionari indiani l’energia sta emergendo come un nuovo polo di cooperazione, tra il petrolio e il gas di cui è ricca la Russia e la “fame” di energia dell’India, che è sempre alla ricerca di nuove fonti di combustibile per alimentare la sua economia in crescita.
Non sono una sorpresa questi rapporti amichevoli e di collaborazione reciproca tra Russia e India; l’Asia Centrale e Meridionale ha sempre rivestito un’importanza fondamentale nello scacchiere internazionale (3). Questo interesse esisteva già nell’Ottocento, all’interno del cosiddetto Grande Gioco, il lungo ed estenuante conflitto che vedeva impegnati la Russia e la Gran Bretagna nel tentativo continuo di imporre il proprio dominio in Asia Centrale e Meridionale. La Russia era interessata ad avere uno sbocco sull’Oceano Indiano ma i suoi interessi entravano in collisione con quelli britannici; infatti in quel periodo l’India era considerata “la perla” dell’impero coloniale britannico, perciò un territorio importantissimo da difendere a tutti i costi dall’espansionismo russo.
Anche ora, all’interno del Nuovo Grande Gioco (4), l’India riveste un ruolo particolare; è legata da più di un quarto di secolo da ottimi rapporti con la Russia ma ha stretto relazioni anche con gli Stati Uniti e Israele.
La Russia fornisce il 70 per cento delle forniture militari all’India ma quest’ultima ha cercato altri fornitori, fra cui appunto gli Stati Uniti e Israele.
Però le modifiche che stanno avvenendo per quanto riguarda il contesto geopolitico dell’Asia Meridionale stanno minando i rapporti tra l’India e gli Stati Uniti. Infatti le relazioni tra questi due Paesi si sono un po’ raffreddati a causa dei buoni rapporti che, invece, gli Stati Uniti intrattengono con il Pakistan, e in particolare con il comandante dell’esercito pakistano, il generale Kayani. Quest’ultimo ha chiesto agli Stati Uniti che al Pakistan sia riconosciuta la parità strategica con l’India. Gli Stati Uniti, da parte loro, fanno pressioni sull’India perché ci sia un dialogo tra essa e il Pakistan. Perciò l’India, da Paese con una posizione di predominanza strategica nell’Asia Meridionale, si ritrova ora ridotta alla stregua del Pakistan, in una posizione di equivalenza con il suo vicino e soprattutto marginalizzata per quanto riguarda la questione dell’Afghanistan. I suoi rapporti con gli Stati Uniti, sebbene in evoluzione, stanno subendo un peggioramento.
Questo non avviene con la Russia, i cui rapporti non solo durano da più di un quarto di secolo, ma sono ancora ben saldi grazie al fatto che la Russia considera l’India la potenza più importante della regione e perciò le dà un sostegno per quanto riguarda la sua sicurezza nazionale.
I due Paesi fanno anche parte del gruppo chiamato BRIC, un acronimo utilizzato in economia internazionale per riferirsi congiuntamente al Brasile, alla Russia, all’India e alla Cina, che cercano di promuovere un’economia mondiale multipolare, non dominata soltanto dagli Stati Uniti.
* Carla Pinna, dottoressa in Scienze politiche, collabora con “Eurasia”
(2) Si parla di un valore complessivo di circa dieci miliardi di dollari
(3) I forti legami con la Russia risalgono agli anni Cinquanta, dopo la morte di Stalin
(4) I cui protagonisti sono gli Stati Uniti, la Russia e la Cina e la posta in gioco è il controllo delle regioni ricche di petrolio dell’Asia centrale